Ho deciso di imparare Python non perché volessi volare ma per la
voglia di conoscere un linguaggio interpretato, qualcosa di nuovo che
non fosse la solita roba c-like. Ho visto questo linguaggio come
supporto a molti altri programmi come Inkscape e Blender che mi
hanno fatto intuire che sarebbe tornato sempre utile. Durante lo
studio del linguaggio mi sono accorto di quanto fosse davvero
interessante, possiede alcune peculiarità che ho trovato formidabili e
a volte inusuali.
La prima cosa che salta subito all'occhio è l'indentazione; il
linguaggio impone uno stile rigido che ha lo scopo di aumentare la
leggibilità di quello che scrivi. In questo modo non c'è bisogno di
marcatori come parentesi graffe o parole chiavi per delimitare gli
scope. Solitamente ogni statement si conclude con un ritorno a capo,
in casi eccezionali possiamo usare il punto e virgola ma possiamo
farne sempre a meno.
I nomi delle variabili vengono collegate tramite riferimenti ai dati
veri e propri, quindi il vecchio concetto che avevo di variabile come
scatola per contenere le mie cose qui viene a mancare. Questa scelta
comporta che la semplice copia tra variabili sia di fatto la copia del
riferimento, con la conseguenza che le semplice copie per assegnazioni
non sono così banali come ero stato sempre abituato. Tutto questo
comporta una visibilità delle variabili all'interno degli scope che mi
ha basito a primo impatto.
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