Sei andato via un mese fa, ma la casa è ancora piena di piccoli segni lasciati da te. Come le macchioline impresse sui muri dalle tue lacrime, per orientarti certe volte sfioravi le pareti. Credevi fermamente che tutte le copertine e lettini a disposizione in casa erano tue, a rotazione dormivi in ogni posticino caldo. Durante l'inverno la tappa fissa era stare sotto il termosifone e assorbire tutto il calore possibile. Non ti facevi problemi a spostare gli altri per conquistare una coperta pulita e profumata. Eri teneramente invadente nei confronti di tutti, ti piaceva la compagnia e stare insieme.

Adoravi stare davanti la finestra per ascoltare il rumore della natura, del vento e della vita fuori casa. Ti precipitavi a bere non appena sentivi il rumore dell'acqua fresca nella ciotola, quando aprivo una caramella o tenevo per mano una lattina (perché pensavi fosse per te anche quando era pomodoro).

Ogni persona in casa, per te, era disposta ad accarezzarti e se ti sentivi ignorato ti sedevi vicino e sbuffavi per farti notare. Quante volte ti ho dovuto allontanare dagli operai che stavano lavorando in casa.

Adoravi tantissimo stare al sole e trascorrere lunghe ore sotto i raggi e la calura estiva. Ti piaceva provare tutte le copertine e lettini che erano a disposizione in casa.

Per anni è stato impossibile stare da soli sul divano, immediatamente ti presentavi non appena qualcuno si sedeva. Volevi saltare in braccio e stare appiccicato anche con 40 gradi in estate. Quante parti di film non capiti perché tu dovevi russare, dare bacini o semplicemente fare le fusa vicino l'orecchio.

Ti prendevi anche cura di noi, venivi a confortarci nei momenti più tristi, capivi esattamente il nostro stato d'animo e noi il tuo. Sapevamo quando eri infastidito, contento, soddisfatto, arrabbiato o semplicemente annoiato.

Ti abbiamo accudito nel migliore dei modi, sopratutto durante l'ultimo anno insieme. Tra innumerevoli esami del sangue, ecografie e punture. Ogni giorno ti davo pillole, sciroppi e seguivo le indicazioni del veterianrio. Capivi benissimo di non stare più tanto bene e ti lasciavi curare, fino all'ultimo hai cercato di essere tenace e di tirare avanti. Fino alla fine.

Ho sempre riempito il mio telefono di foto e video tuoi, ogni posa e faccia che facevi era occasione per fare uno scatto. Abbiamo ritratto ogni sfumatura della tua personalità, ogni gesto d'affetto che eri solito fare.

Nonostante i dolori e la stanchezza per te ci meritavamo sempre qualche bacino o gesto di affetto. Capivi benissimo che stavamo piangendo per te, tenendoti quella zampina e quel musetto.

Mi mancherai sempre.

Occhietto sonnecchia